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L’ Abito amato di Stelio Crise

10 Maggio 2024

Attualmente esposto, il cappotto di Stelio Crise, bibliotecario, scrittore e critico letterario che fu motore instancabile della vita culturale di Trieste nella seconda metà del novecento.

Noto critico di James Joyce, Stelio Crise (1915 – 1991) fu in contatto con Umberto Saba, Anita Pittoni, Claudio Magris, Fulvio Tomizza, ed ebbe forti rapporti di amicizia con Biagio Marin e Marcello Mascherini, tra gli altri. Alla sua attività di bibliotecario – di cui Stelio Crise comprese la responsabilità – si deve una visione moderna della biblioteca pubblica all’insegna del lettore, “che del libro è sempre il vivificante lievito”. Trieste gli ha intitolato la Biblioteca Statale, una sala di lettura dell’Università e una sala della Biblioteca del Seminario Vescovile.

Stelio Crise con indosso il cappotto e il basco (comprato a Parigi) se lo ricordano in molti. Il quotidiano Il Piccolo, dopo la sua morte, pubblicò uno splendido pezzo che includeva un intervento del giornalista, critico e scrittore Geno Pampaloni, che fu suo carissimo amico. “Mi mancherà il suo basco, il suo cappotto stretto” scrive Pampaloni, “la figura che mi veniva incontro sulle lastre di Piazza Unità.” Quel cappotto ha continuato a vivere, diventando testimone di un amor filiale attraverso le generazioni.

In origine apparteneva a Tancredi Biondi Santi, figlio del creatore del Brunello di Montalcino (fu Tancredi poi a creare la DOCG rendendolo famoso nel mondo) e principale mentore di Stelio Crise, di cui aveva sposato una zia. Stelio passò molti dei suoi anni universitari ospite alla tenuta “Il Greppo”, a Montalcino.

Alla morte di Tancredi il legame era tale che Franco, suo figlio, invitò Stelio a venire a scegliersi dei vestiti del padre, per averne un ricordo affettivo. Stelio scelse questo cappotto, che indossò dal ’71 fino alla sua morte nel 1991. Il cappotto continuò il suo percorso affettivo passando a uno dei figli di Stelio, Stefano, che lo ha indossato fino alla donazione alla Fondazione ITS, di comune accordo con i fratelli Alessandro e Lorenzo.

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