L’abito amato di Elena Crosilla

Può sembrare scontato esporre un vestito da sposa come abito amato. Non in questo caso, dove nuovamente ci troviamo davanti ad un racconto eccezionale.

Da bambina, Elena ammirava la madre intenta a confezionare vestiti, imitandola e facendo vestiti per le sue bambole con gli avanzi di stoffa. Pur casalinga, la madre era una sarta esperta, dallo stampo su carta alla realizzazione. Naturale immaginarsi, un giorno, di vestire un abito da sposa fatto in famiglia ma purtroppo il destino ci mette come sempre le mani: la madre viene a mancare quando Elena ha 23 anni.

Decidere l’abito da sposa nel 1992 diventa quindi una scelta importante e complessa. C’è il tentativo, purtroppo impossibile, di riutilizzare l’abito da sposa di sua madre, o di vestire un abito estivo bianco, ma non da sposa, che la madre aveva fatto per lei. Elena prova in vari negozi di sartoria, che non la convincono. Alla fine il caso la porta davanti alla vetrina di un piccolo atelier, Axis. In vetrina, incredibilmente, c’è l’abito perfetto, elegante ma al tempo stesso spiritoso.

Elena entra, viene accolta da Erika Cijan e da una ragazza con i capelli rossi. L’abito viene confezionato su misura per lei. Poche settimane dopo quell’atelier chiude, se Elena non fosse passata quel giorno, nulla sarebbe successo.

Non sarebbe successo che oltre trent’anni dopo quella sarta dai capelli rossi, ora Presidente della Fondazione ITS, avrebbe accolto a braccia aperte l’abito da sposa di Elena per esporlo nella teca dell’abito amato, all’interno della mostra “The Many Lives of a Garment – Le Molte Vite di un Abito.

Ritorna in ITS Arcademy, grazie al destino, un abito confezionato da Barbara Franchin nel 1992 per il matrimonio di Elena Crosilla. Un abito che incrocia le vite di una madre sarta, di una figlia intenta a celebrarla, e di una giovane sarta, oltre trent’anni dopo, racconterà quella storia che ha contribuito a creare.